lunedì, marzo 19, 2007

I RICORDI DEI VECCHI TEMPI

UN MIO COLLEGA DI LAVORO LEGGERMENTE COLORATO, NUN E' NERO NERO, DICIAMO UN LATTE MACCHIATO, MI HA MANDATO UNA EMAIL CON TUTTO QUELLO SCRITTO QUI SOTTO... CHISSA' DOVE AVRA' TROVATO IL TUTTO. Mi sono divertito perche tutto quello che ha scritto questo sig.ROSSO, è quello che mi succedeva quando ero piccolo.




Roscio
Da qualche decennio non ho più i miei capelli rossi . Ai miei tempi, quando ero bambino, non c’erano musulmani, neri o etnie dell’est europeo nelle scuole. Ma il razzismo c’era eccome. Io mi sentivo diverso per il colore dei miei capelli. Anzi non ero io a sentirmi diverso. Erano gli altri ragazzini a farmi notare questa diversità. “roscio malpelo schizza veleno” oppure la ancora più offensiva “roscio passa domani che oggi è moscio” . All’epoca dentro me mi domandavo “perché non sono nato coi capelli neri ?” Pero ero pur sempre un “roscio” e i “rosci” si sa non sono buoni. Un antico detto popolare recita “ il più bono dei rosci ha ammazzato su madre”. Avevo allora coniato delle risposte in rima a chi mi proponeva il ripasso. E siccome andavo a scuola in un quartiere romano che confinava con una zona della capitale molto molto degradata, potevo rimare per ore col mio antagonista scambiandoci invettive, e creandone ogni giorno delle nuove.

“Roscio, passa domani che oggi è moscio !” “ Sta proposta nun me piace, damme er culo e stamo a pace !” Replicavo. E così via per mille altre rime. Penso di essere stato un antesignano del Dis Rap. Di quelli scontri in rima che fanno i neri della west e east cost. Non ero buono in effetti. Si sa, il roscio quando ci si mette può essere più fastidioso di un dito in quel posto. Ancora oggi, in effetti, mi piace provocare. Però lo faccio senza malignità. Odio le persone maligne. Sono molto piccole e meschine. Al liceo, mi ero messo in testa di dare vita ad una razza pura. Corteggiai invano l’unica roscetta della scuola. In effetti, ancor oggi sono sessualmente attirato, da un pube color rame chiaro, da una pelle lattea, da tenui capezzoli rosa pallido, da mucose delicatamente arrossate. Con il tempo i miei capelli si sono imbruniti. E oggi che mi rado completamente a zero, solo la barba – quando la lascio sfatta per due o tre giorni – tradisce qualche riflesso ramato. Ma “rosci” si resta dentro. Ed è per questo che quando vedo per strada qualche bimbo dai capelli rossi faccio il tifo per lui, qualunque cosa faccia. E in genere fa fastidiosissimi capricci.

giovedì, marzo 15, 2007



Ieri sera non avendo niente di gradevole da vedere in televisione, viste le programmazioni in generale, mi sono visto lo spettacolo di BEPPE GRILLO. Ad un certo punto ha iniziato a parlare di quelle che sono le alternative energetiche e dei cosidetti "termovalorizzatori"(veri e proprio inceneritori), che mandano in giro per l'atmosfera micro o nano particelle, molto dannose al nostro organismo perchè non si riesce ad espellerle, essendo non biodegradabili.

Ad un certo punto ha tirato fuori una serie di prodotti "alimentari" che contengono queste micronanoparticelle e che noi mangiamo tutti i giorni senza sapere a che cosa andiamo in contro.

Se vi interessa la cosa e volete approfondirla, qui ci sono i link della lista di prodotti in oggetto e di una seconda lista, sempre pubblicata da beppe grillo di prodotti che non contengono nessuna di queste micro particelle.
Ah c'e da fare un piccolissimo appunto, nessuna di queste aziende si e' lamentata nei confronti del BLOG, e nei confronti di GRILLO per aver divulgato informazioni di questo tipo. Hanno forse la coscienza sporca?.

- Questa e' la lista di alcuni prodotti che contengono queste nanoparticelle.

- Questa invece e' la seconda lista di prodotti che non le contengono.

- Qui invece, trovate l'articolo completo.

RADIO CANADESE: STORIA A PREMI



In una radio emittente canadese danno un premio da 1.000 a 5.000 dollari alla persona che racconta la storia vera più imbarazzante capitata, di quelle che ti fanno venir voglia di buttarti
dal quinto piano.
Questa è la storia che ha vinto 5.000 dollari:

Avevo un appuntamento dal ginecologo fissato per questa settimana, ma dimenticarono di chiamarmi per confermarmi il giorno e l'ora. Alla mattina presto ricevetti una telefonata dalla segretaria del consultorio che mi informava che la visita sarebbe stata la mattina stessa alle 9 e mezza. Avevo appena finito di fare colazione con mio marito e I miei figli ed ero pronta per cominciare le mie commissioni, erano esattamente le 8:45. Presa dal panico non avevo un minuto da perdere. Sono sicura che sono come tutte le donne, ci teniamo molto all'igiene intima,
specialmente quando dobbiamo andare dal ginecologo.
Però questa volta non avevo tempo di farmi la doccia, così salii le scale correndo, Mi tolsi il pigiama, presi il primo asciugamano lavato e piegato che stava sul bordo della vasca, lo aprii, lo bagnai, lo passai con cura in tutte le parti intime per essere sicura di essere il più pulita possibile.

Buttai l'asciugamano tra le cose da lavare, mi vestii e volai al consultorio. Ero in sala d'aspetto da poco, quando mi chiamarono per farmi l'esame. Dato che già conosco la procedura, mi sedetti senza
bisogno d'aiuto sul bordo del lettino e cercai, come faccio Sempre di immaginarmi molto lontano da lì, ai Caraibi, o in qualsiasi altro posto lontano da lì. Rimasi molto sorpresa quando il medico mi
disse: - Oh là là, stamattina abbiamo fatto uno sforzo extra per essere Più carine!

Non accettai di buon grado il complimento ma non dissi nulla. Tornai a casa tranquilla e il resto
della giornata scorse normalmente: pulii la casa, cucinai... Dopo la scuola, mia figlia di sei anni gridò dal bagno: - Mamma, dov'è il mio asciugamano?
Le risposi di prendere un altro asciugamano nell'armadio.
Quando mi rispose, giuro che quello che mi passò per la testa fu il desiderio di sparire dalla faccia della terra. Il commento del medico martellava nel mio cervello senza sosta... E mia
figlia mi disse:

- No mamma, non voglio un asciugamano nell'armadio; voglio quello che stava sulla vasca da bagno. C'avevo lasciato tutti i miei brillantini, le pailletes e le stelline dorate per giocare!!

martedì, marzo 06, 2007

La crisi di un Vecchio Paese sulle spalle delle nuove generazioni


L’Italia spiegata a mio nonno” è un saggio-pamphlet, una sorta di saggio-rap che parla della condizione dei giovani italiani, di quelli dai 25 ai 35 anni, di quelli che si affacciano al lavoro, alla vita adulta e indipendente.
O, perlomeno, che vorrebbero farlo.
“L’Italia spiegata a mio nonno” ci racconta perché questa generazione non ha la possibilità di diventare adulta.

Mammoni, pigri, rammolliti, così i giovani sono dipinti dai media e dagli adulti e anziani che hanno cominciato a lavorare in altre epoche.
La nostra Repubblica è coetanea di quelli che ci governano, di quelli che scrivono sui giornali, che ci insegnano nelle università, di quelli che siedono nei C.d.A. che contano.
E questa Repubblica sessantenne, che sia avvia alla terza età, si appoggia sulle spalle dei giovani, dei figli del consumismo e delle conquiste del passato, i figli del progresso sociale delle famiglie italiane, dell’onda lunga del benessere scaturito dalla ricostruzione post bellica. Per tutti questi giovani però il meccanismo del progresso sociale sembra essersi inceppato. Perchè un bel giorno l’epoca della crescita è finita. E da 15 anni viviamo in una crisi permanente. Una crisi che i giovani vivono e sperimentano quotidianamente, in un mondo sempre più selvaggio, in cui vige la legge del più forte e, spesso, del più furbo.

Ma “L’Italia spiegata a mio nonno” non tratta di questo, altri hanno già descritto la quotidianità stentata, il senso di impotenza, il futuro negato di chi è precario.
Leggerete invece di come il cambiamento epocale delle prospettive di vita, del mondo del lavoro, degli stili di vita sia avvenuto sulle nostre teste senza che ce ne accorgessimo. Di quando eravamo ottimisti e fiduciosi in un mondo cosmopolita, tecnologico, democratico e di come ci siamo risvegliati con i contratti a termine, atipici, senza paracadute, senza potere contrattuale. Divisi, tutti contro tutti, con la sola arma dell’ironia a difenderci dalla crisi permanente delle nostre vite, della nostra politica nazionale.
Leggerete cosa è accaduto e dove stiamo andando, e la speranza di poter essere meno divisi, meno soli, pronti per ricominciare a lottare per il posto che spetta ai giovani. E i nonni che siedono sulle poltrone del potere dovranno cercare di aprire strade percorribili non solo ai loro nipoti biologici, ma a tutti i giovani italiani.

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